Sassari Mezzo milione di case messe in vetrina online per affitti brevi, oltre 43 mila in Sardegna, una delle regioni con la maggiore presenza di strutture a disposizione per affitti brevi. Ora però esporsi sui portali specializzati avrà una ripercussione diretta anche a livello tributario: presto chi vorrà inserire la propria struttura tra gli annunci in rete dovrà essere inserito in una banca dati nazionale e verrà identificato con un codice unico.
La bozza di decreto Nei giorni scorsi le il governo, le Regioni e la Commissione politiche del turismo della Conferenza delle regioni e province autonome hanno fatto un primo passo importante: c’è l’intesa sulla prima bozza del decreto in materia di interoperabilità delle banche dati delle strutture ricettive messo in piedi dal ministero del Turismo. In questo modo tutti gli immobili presenti nel territorio nazionale destinati a locazioni brevi verranno inseriti in un unico database: hotel, ostelli, motel e agriturismi non saranno soli, perché il maxi bacino multimediale a disposizione del ministero avrà al suo interno anche campeggi, villaggi alpini. Ognuno dei quali, come detto, identificato attraverso un codice unico che verrà attribuito al momento dell’iscrizione. Un punto di riferimento molto importante per Guardia di finanza e Agenzia delle entrate per incrociare i dati e verificare il corretto comportamento dei gestori dal punto di vista fiscale.
I dati Per inquadrare meglio la situazione, il Sole24ore ha analizzato i dati provenienti dal Centro studi Aigab (associazione italiana gestori affitti brevi) basati sugli annunci attivi sulla piattaforma Airbnb nel mese di marzo di quest’anno, per quanto riguarda strutture che hanno preso almeno una prenotazione nel corso dei 12 mesi precedenti.
Secondo questa ricerca, il totale in Italia è di 510.436 strutture attive destinate all’affitto breve. Un dato cresciuto del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Scorrendo la graduatoria regione per regione, troviamo in testa la Toscana con 68.203 strutture, seguita a distanza dalla Sicilia che ne ha 59.270 e dalla Lombardia (56.254 annunci).Ancora più distanziate la Puglia (47.892) e la Sardegna: la nostra isola avrebbe 43.513 strutture ricettive attive, seguita da Campania (36.805) e Veneto (30.556).
Ci sono altri due dati interessanti: il primo riguarda le strutture “dormienti”, ovvero quelle che negli ultimi 12 mesi non hanno ricevuto neanche una prenotazione: si tratta di una zona grigia che comprende qualcosa come 130 mila strutture. Infine il rapporto tra annunci e abitazioni totali: il rapporto è dell’1,45%.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui