Quanto guadagna uno stabilimento balneare? Quali sono i costi di una concessione? In pieno periodo estivo sono domande più che lecite, soprattutto in virtù dell’annosa questione delle proroghe alle direttive comunitarie.
Nel lontano 2006 l’Ue, a seguito della direttiva Bolkestein, ha imposto una messa a bando attraverso delle gare pubbliche – aperte a tutti gli operatori comunitari – anche delle concessioni balneari.
L’Italia nonostante il rischio di una procedura di infrazione – attualmente solo sospesa – ha rimandato sempre la messa a bando per motivi di opportunità politica, con l’ultima proroga contenuta nel decreto Milleproroghe 2023 che scadrà il prossimo 31 dicembre.
Il Consiglio di Stato però ad aprile ha emesso una sentenza dove è stata censurata la proroga delle concessioni demaniali scadute a fine 2023, ma il governo ancora non ha preso una decisione a riguardo.
In attesa che la politica trovi una soluzione a questa intricata vicenda, scopriamo tutti i dettagli sulla gestione di uno stabilimento balneare: costi, spese fissa e variabile, ma anche i guadagni.
Requisiti per uno stabilimento balneare in regola
Come si legge sulla Gazzetta Ufficiale, gli stabilimenti balneari sono strutture delimitate, a gestione unitaria, attrezzate prevalentemente per la balneazione.
Gli stabilimenti balneari, oltre ai requisiti tecnico edilizi, igienico sanitari e di sicurezza previsti dalle vigenti norme in materia, devono possedere i seguenti requisiti minimi:
- Un numero di cabine pari al 10 per cento del numero dei punti ombra, quali ombrelloni, tende e simili. La cabina, locale chiuso preordinato come spogliatoio avente superficie minima di 0,80 metri quadrati, deve essere fornita di attaccapanni, uno specchio, sgabello e porta chiudibile dall’interno.
- Un locale spogliatoio a uso comune, con le stesse caratteristiche previste per la cabina.
- Due servizi igienici, oltre quello adibito ad uso per disabili ai sensi dell’art. 23, comma 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 ogni cento punti ombra o frazione di cinquanta, oppure ogni quaranta cabine, negli stabilimenti in cui il numero delle cabine è superiore ai punti ombra, separati per uomini e per donne, costituiti da locali bagno dotati di vaso e lavabo, che può essere collocato anche in zona antibagno, con superficie minima di 0,80 metri quadrati e porta chiudibile dall’interno.
- Due docce fredde e una doccia calda ogni cento punti ombra o frazione di cinquanta.
- Le attrezzature, gli impianti e le dotazioni specificatamente previste dalla concessione demaniale e dalle disposizioni emanate dalle autorità competenti per la disciplina dell’attività’ balneare e l’uso delle aree demaniali marittime.
- Sistema di raccolta dei rifiuti, finalizzato alla loro differenziazione, secondo le modalità organizzative emanate dai Comuni.
- Conoscenza di almeno una lingua straniera da parte del personale di ricevimento.
- Presidi medicali e di primo soccorso, come prescritti dalle autorità competenti, anche con riferimento al servizio di salvamento;
- Custodia valori da parte del gestore.
- Impianto di ricarica degli apparecchi di telefonia mobile.
In generale quando ci sono dei lotti disponibili, per avere l’affidamento di una porzione di spiaggia si deve vincere un concorso bandito periodicamente dall’Ente del Demanio Marittimo.
Quando invece si subentra nella gestione di un lido esistente, bisogna ottenere l’Autorizzazione Unica Ambientale che poi deve essere presentata allo Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune.
Infine occorre aprire una partita Iva iscrivendo l’azienda al registro delle imprese della Camera di Commercio del proprio Comune, regolarizzando le posizioni previdenziali e infortunistiche del titolare dell’azienda e degli eventuali lavoratori presso le sedi dell’INPS e dell’INAIL.
Costi di concessione e altre spese da calcolare
La prima spesa è proprio la concessione balneare. Oltre a tutti i criteri da rispettare, c’è ovviamente il costo del canone che non scende al di sotto dei 2.500 euro annui.
Non c’è solo il canone annuo tra le spese di gestione. Prima di pensare a un investimento di questo tipo bisogna fare i conti (letteralmente) con tutta una serie di spese di gestione quali:
- tasse sui rifiuti;
- pulizia della spiaggia;
- servizio di salvamento;
- Iva elevata;
- Imu;
- imposte locali sui canoni.
Le tasse sui rifiuti sono a carico degli stabilimenti balneari, che pagano un prezzo piuttosto elevato, poiché viene calcolata su tutta la superficie della spiaggia e per tutto l’anno. Non tiene in conto la chiusura stagionale e il concessionario paga per i rifiuti che in inverno non produce la sua attività, ma passanti e soggetti terzi. La tassa ammonta a circa 2.000 euro per gli stabilimenti più piccoli, fino a 15.000 per le aree più grandi.
La pulizia è un compito del gestore, anche in inverno. La spiaggia deve essere pulita costantemente, dice il Codice della Navigazione. Si notano spesso attività di pulizia come macchine puliscispiaggia, ruspe e altri per smaltire rifiuti naturali (alberi, rami, alghe) e artificiali (plastiche, barili etc.).
Quanto alla compravendita di un lido già esistente, il prezzo naturalmente varia in base alla località, al posizionamento e alla grandezza dello stabilimento: i costi possono essere anche di diverse centinaia di migliaia di euro.
Quanto guadagna uno stabilimento balneare: ecco quanto rende
Ok le spese, ma quanto si guadagna? La risposta non è così semplice. Dipende dalla dimensione dell’area, dal numero di ombrelloni e soprattutto dalla qualità e quantità dei servizi offerti.
Diversi studi hanno stimato che uno stabilimento balneare in Italia riesce a guadagnare in media sui 150.000 euro l’anno, una cifra però che può anche raddoppiare nelle maggiori località turistiche.
I guadagni naturalmente possono essere ben maggiori in caso di uno chalet che, oltre al servizio spiaggia, offre anche attività di ristorante oppure di ballo entro gli orari consentiti, ma in questo caso ad aumentare sono anche le spese.
Insomma non è facile stabilire nel dettaglio i guadagni di uno stabilimento balneare, ma gli incassi stimati di certo stridono con il canone che viene pagato allo Stato.
Stabilimento balneare: i guadagni in base ai servizi offerti
Per comprendere nel dettaglio i possibili guadagni di uno stabilimento balneare, possiamo fare un esempio di una porzione di spiaggia con circa 500 ombrelloni. Questi hanno un costo di circa 15 euro al giorno. Quali sono i guadagni?
Se si riesce a riempire totalmente lo stabilimento, con 500 ombrelloni affittati al giorno (7.500 euro) in un mese si può guadagnare fino a 225.000 euro. In tre mesi sono oltre mezzo milione di euro.
A questi guadagni medi e ipotetici si può aggiungere il ricavato dei servizi extra, come la gestione diretta o indiretta di bar o un ristorante, ma anche corsi di nuoto e altre attività ludiche o serale/notturne come feste private o serate allestite tipo discoteca.
Attenzione: il calcolo non prende in considerazione le varianti, come i giorni di pioggia, giorni con pochi ombrelloni affittati (es: lun-mar-mer) o danni climatici.
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