Nella giornata di ieri un comunicato dei Carabinieri Forestale “Calabria” del gruppo di Cosenza informava di un nuovo sequestro di fabbricati, questa volta con i caratteri dell’urgenza, a Crosia.
Il sequestro, convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari, riguarda due terreni in località Fiumarella nel comune di Crosia sui quali insistono rispettivamente, quattro e due fabbricati bifamiliari. Le strutture, in gran parte ancora in corso d’opera, sono state poste sotto sequestro perché realizzate in violazione alla normativa urbanistica. Dalle indagini del Nucleo Carabinieri di Rossano, coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, è infatti emerso, a livello di probabilità e salvi i successivi accertamenti e verifiche, che i titoli abitativi sono stati concessi, qualificando i terreni quali “espansione turistica” anziché a “destinazione agricola”. In tale modo i terreni oggetto del sequestro sono stati qualificati in maniera illegittima, consentendo così di edificare una volumetria di gran lunga superiore a quella realmente acconsentita.
Il 19 settembre scorso su richiesta della Procura di Castrovillari, diretta dal Dott. Alessandro D’Alessio, si era proceduto al sequestro di sette corpi di fabbrica costituiti ciascuno da due unità abitative uguali nella dimensione e forma composte da un piano terra e un piano sottotetto realizzati in località Fiumarella nel comune di Crosia.
Le sette strutture, realizzate in due momenti distinti, tre delle quali in gran parte finite e quattro in fase di costruzione, sono state poste sotto sequestro perché ritenute, allo stato e salvi i successivi approfondimenti da svolgersi anche su indicazione degli indagati, realizzati in violazione della disciplina pianificatoria urbanistica e i cui titoli di autorizzazione sono ritenuti in contrasto con le normative previste.
In particolare, le indagini effettuate hanno consentito di ipotizzare, allo stato attuale delle indagini, che in tale area e per tali strutture, sono stati rilasciati permessi a costruire in carenza di qualsiasi strumento urbanistico di esecuzione, su terreni di estensione inferiore a quella per la quale la normativa consente l’edificazione ed in area priva di qualsivoglia opera di urbanizzazione secondaria.
Tutto ciò in violazione alla legge urbanistica della Regione Calabria che regola le aree oggetto di interventi edilizi. Per tali motivazioni, ed in virtù della trasformazione del territorio effettuata in assenza di un piano strutturale comunale, l’Autorità Giudiziaria ha ipotizzato sia il reato di “Lottizzazione abusiva” che la sussistenza di reati contro la Pubblica Amministrazione. Il valore delle opere sequestrate si ipotizza essere non inferiore a € 600.000.
Riepilogando e per una migliore comprensione dei fatti. Tra il 19 settembre e ieri sono state sequestrate 26 (ventisei) unità abitative. Sono stati deferiti nel primo caso il Rappresentante legale della Ditta esecutrice dei lavori, i due progettisti e direttori dei lavori, i due tecnici comunali all’epoca dei fatti responsabili del settore urbanistica che a vario titolo dovranno rispondere di abuso d’ufficio e violazione urbanistica.
Nell’operazione di ieri invece sono state deferite all’autorità giudiziaria nove persone, quali le ditte esecutrici, i progettisti, direttori dei lavori e tecnici comunali del settore urbanistica, che a vario titolo dovranno rispondere di violazione urbanistica, abuso d’ufficio e collusione. Il valore delle opere sequestrate tra il primo e il secondo sequestro ammonta a 2 milioni 100 mila euro (600.000 per il primo sequestro e 1.500.000 euro per il secondo).
IL DOCUMENTO
Oggi siamo in grado di mostrarvi il documento che inchioda i Russo – padre e figlio – e che smaschera senza possibilità di equivoci tutti gli affari del sindaco tramite il rampollo, con acquisto di lotti venduti a basso costo ad imprenditori edili in cambio di ville da vendere. In questo modo, i due furbacchioni acquisiscono un PLUS VALORE del 300%. In pratica, vi facciamo capire come si arricchiscono i RUSSO. Questo ovviamente ormai lo sa anche la magistratura che non a caso ieri è intervenuta con un sequestro d’urgenza.
Il sindaco Russo di Crosia e il suo affare immobiliare: come si è arricchito alle spalle dei cittadini.
Il comune di Crosia, in provincia di Cosenza, è uno dei più indebitati della Calabria, con una situazione debitoria di svariate decine di milioni di euro. Ma mentre i cittadini pagano le conseguenze della cattiva gestione amministrativa, il sindaco Russo (zio Totonno) e la sua famiglia si sono arricchiti grazie a un losco scambio merce con gli imprenditori edili e non solo.
La vicenda è venuta alla luce poche settimane fa, quando i carabinieri forestali, per ordine della procura di Castrovillari, hanno effettuato il primo sequestro. Ma la cosa più grave è che queste abitazioni erano state oggetto di un baratto tra il sindaco Russo e gli imprenditori edili.
Infatti, come abbiamo ampiamente dimostrato https://www.iacchite.blog/mirto-crosia-politica-e-palazzi-ecco-come-funziona-il-sistema-di-zio-totonno-protagonisti-e-retroscena/, il figlio del sindaco, Francesco Russo, si era aggiudicato all’asta dal tribunale di Castrovillari, in data 27 ottobre 2017 la bellezza di numero 3 lotti di terreno in Mirto-Crosia località Fiumarella denominati nell’atto (vedi allegato) al numero 7,9,10, da parte della Francesco Russo SRL ,per una cifra modica del valore di circa 29.000 euro e gli stessi sono stati rivenduti rispettivamente a due imprese edilizie, Grillo Costruzioni srl e D & C Costruzioni di Avena Domenico & C.
Per dirla meglio: è stata fatto uno scambio merci, per avere in cambio una villetta a due piani vista mare in località Fiumarella e un lussuoso appartamento di 130 mq in via Giuseppe Saragat sempre a Mirto Crosia (zona lottizzazione Romano) dove è ubicata attualmente la sede della Francesco Russo SRL, generando una plusvalenza del 300% nella “rivendita”. Basta pensare che la zona dove ha sede l’agenzia condominiale del figlio del sindaco vanta di prezzi all’incirca intorno ai 1300/1500 euro al mq e le villette vista mare si possono acquistare con una cifra intorno ai 150.000/200.000 euro.
In questo modo, con un basso investimento e un rischio d’impresa pari a zero, i Russo hanno creato un plusvalore attico di circa 400.000 euro, arricchendosi alle spalle dei cittadini. Un affare immobiliare che puzza di corruzione e che speriamo venga approfondito dalla magistratura e dalla Guardia di Finanza, per mettere fine una volta per tutte a questa vergogna. I primi segnali sono decisamente positivi.
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